Oggi, ferma in attesa del verde al semaforo.
Ho smesso per un attimo di guardare i messaggi al cellulare e ho guardato davanti a me.
L’auto che mi precedeva era bianca, e dentro l’abitacolo una figura china armeggiava con lo sportellino degli oggetti, che forse non riusciva ad aprire.
Ad un tratto forse ci è riuscita, questa figura.
Ha ripreso posizione, riposto le mani sul volante e ha guardato davanti a sè.
In quel momento il suo specchietto retrovisore mi ha concesso di vederne gli occhi, un tratto dello sguardo. Poi, come se il mio sguardo avesse indugiato troppo e potesse averla in qualche modo avvisata, la figura ha guardato anch’essa nello specchietto, e per qualche attimo i nostri occhi si sono incrociati. Era una donna.
La bellezza di due sguardi che si incontrano, anche solo per qualche secondo.
Per qualche attimo ho avuto la presunzione di cercare qualcosa nei suoi occhi, chissà quale vita, quali preoccupazioni, quali desideri.
Quanto intensità reciproca in un paio di secondi.
Verde.
Gli occhi si congedano con un impercettibile cenno, forse solo immaginato.
Addio.